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Affitti brevi, calo estivo tra regole nuove, tasse e cambi di abitudini

Quest’estate il settore degli affitti brevi ha registrato un calo significativo, mettendo in evidenza un cambiamento nelle abitudini turistiche e nelle scelte dei proprietari. La flessione degli annunci e la riduzione dei tassi di occupazione sono i dati salienti emersi dalle analisi delle principali associazioni di categoria, in uno scenario che continua a evolversi tra nuovi regimi fiscali, domanda internazionale variabile e strategie di gestione immobiliare.

Mutamenti nell’offerta e nella domanda

L’estate 2025 ha visto la diminuzione degli annunci di affitti brevi online: da oltre 520.000 lo scorso anno a circa 508.000 nel trimestre giugno-agosto. Il tasso di occupazione, sceso dal 64% al 63%, rispecchia il rallentamento del mercato, con una permanenza media degli ospiti in calo e una maggiore attenzione alle spese. Le ragioni di questo trend sono molteplici: molti proprietari decidono di utilizzare direttamente le proprie abitazioni, mantenendo l’annuncio online ma privilegiando le esigenze familiari o personali. È diffusa la pratica di accordi diretti con gli ospiti, in molti casi storici e fidelizzati, che permettono di saltare intermediari e piattaforme, con vantaggi economici per entrambe le parti.

Impatto delle politiche fiscali e delle nuove norme

Una delle cause principali del calo è legata all’introduzione di nuovi adempimenti fiscali e alla modifica della cedolare secca, passata dal 21% al 26%, fattore che ha disincentivato molti proprietari dal mettere a disposizione i propri immobili per affitti brevi. La gestione dell’attività, sempre più onerosa a livello burocratico, porta molti a rivalutare l’impegno richiesto. Le restrizioni normative introdotte da amministrazioni locali e nazionali, volte a contrastare il cosiddetto “overtourism” e a tutelare l’offerta residenziale, hanno inciso fortemente sul mercato, in particolare nelle grandi città e nelle destinazioni di punta.

Oscillazioni territoriali e cambiamento delle abitudini

La flessione degli affitti brevi non è stata omogenea a livello nazionale. Alcune regioni come la Puglia hanno mantenuto volumi elevati, pur a tariffe più ridotte, mentre Sardegna ha tenuto i livelli del 2024. Si sono invece registrati cali più decisi in Liguria, Campania, Emilia Romagna e Toscana. Cambiano anche le scelte dei viaggiatori: diminuiscono gli arrivi dall’estero e cresce il numero di italiani che preferisce destinazioni fuori dai confini nazionali o vacanze fuori stagione per contenere i costi.

Prospettive e considerazioni per il settore

Il comparto della locazione turistica rimane strategico per il turismo italiano, ma affronta una fase di assestamento dopo anni di crescita. I dati suggeriscono la necessità di una maggiore concertazione tra pubblico e privato e di politiche abitative che favoriscano equilibrio tra domanda turistica e residenziale. Se il trend di settembre confermerà le previsioni, la ripresa potrebbe passare per nuove strategie di pricing, diversificazione dell’offerta e gestione più flessibile della stagione turistica.

Legalità, trasparenza e adattamento alle nuove regole: in un mercato che cambia, la capacità di aggiornarsi e collaborare sarà la chiave per conservare la centralità dell’extralberghiero e sostenere il modello turistico sostenibile.

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