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Affitti brevi , il Consiglio di Stato dà ragione ai proprietari

Una recente sentenza del Consiglio di Stato potrebbe segnare un punto di svolta per il mondo delle locazioni turistiche. Al centro della questione, una proprietaria di Sirmione (sul Lago di Garda) a cui era stato vietato di affittare il proprio immobile a fini turistici. La decisione dei giudici, però, ha ribaltato la situazione, offrendo una nuova interpretazione normativa a favore dei proprietari.

Il caso: Sirmione e le restrizioni comunali

Nel gennaio 2022, il Comune di Sirmione aveva approvato un regolamento che imponeva vincoli severi sulle locazioni turistiche. Tra le misure richieste, anche la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e della CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), equiparando di fatto gli affitti turistici alle strutture ricettive professionali.

Una cittadina ha deciso di impugnare il provvedimento. Dopo una prima vittoria al TAR, il caso è arrivato davanti al Consiglio di Stato, che ha confermato l’illegittimità delle restrizioni comunali.

Cosa ha stabilito il Consiglio di Stato

I giudici hanno chiarito che:

  • Le locazioni turistiche esercitate in forma non imprenditoriale non possono essere assimilate a case vacanza o hotel.

  • Per questo tipo di attività non è richiesta la SCIA, ma solo una comunicazione di inizio attività, come previsto dalla legge regionale lombarda n. 27 del 2015 (art. 38).

  • I Comuni non possono imporre obblighi aggiuntivi o vietare questo tipo di locazione, in quanto si tratta di una libera espressione del diritto di proprietà e della libertà contrattuale del cittadino.

In sostanza, il Consiglio di Stato ha sancito che affittare la propria casa a turisti, se fatto senza finalità imprenditoriali, rientra nella sfera privata e non può essere soggetto a vincoli locali arbitrari.

Un precedente che fa giurisprudenza

Marco Celani, presidente di AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), ha definito la sentenza “una guida giurisprudenziale” che potrebbe avere effetti anche su altri casi, come quelli in corso a Bologna e Firenze. Celani ha inoltre sottolineato che molti proprietari danneggiati dal regolamento di Sirmione ora potrebbero chiedere un risarcimento per le limitazioni subite.

Effetti su altri Comuni: Firenze, Roma, Bologna

La portata della sentenza va oltre il caso di Sirmione. A Firenze, ad esempio, il TAR ha già bocciato il divieto di nuovi affitti brevi nel centro storico, giudicandolo incompatibile con il piano urbanistico comunale. Altri regolamenti restrittivi, come quelli adottati o in fase di discussione a Roma e Bologna, potrebbero ora essere impugnati sulla base di questa nuova interpretazione.

Conclusioni

La sentenza del Consiglio di Stato rafforza il diritto dei proprietari di affittare i propri immobili a fini turistici, purché non in forma imprenditoriale, senza essere sottoposti a burocrazie e vincoli comunali impropri.

Un passo avanti per la chiarezza normativa, ma anche un messaggio forte rivolto alle amministrazioni locali: il rispetto delle libertà individuali non può essere messo in secondo piano.

Fonte: Controradio

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