Nel corso del 2023, gli affitti di breve durata gestiti attraverso la piattaforma Airbnb hanno generato un impatto economico notevole sull’Italia, con cifre che raggiungono i miliardi di euro. Un recente studio condotto da Nomisma, su incarico di Airbnb, ha analizzato nel dettaglio questo fenomeno, fornendo dati interessanti sul contributo di questa forma di ospitalità all’economia nazionale. I risultati della ricerca sono stati presentati durante la 41ª Assemblea Annuale dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), aprendo un dibattito importante sul ruolo degli affitti brevi nel panorama turistico e residenziale.
L’Impatto economico di Airbnb
La ricerca di Nomisma ha quantificato l’impatto economico di Airbnb nel 2023 in 7,9 miliardi di euro di valore di produzione e 3,3 miliardi di euro di valore aggiunto. Questo si traduce anche in termini occupazionali, con la creazione di oltre 54.000 posti di lavoro. Queste cifre evidenziano come l’attività di affitti brevi abbia un peso significativo sull’economia italiana, contribuendo alla crescita del settore turistico e generando benefici per diverse categorie di attori economici.
Affitti brevi e mercato immobiliare
Un aspetto cruciale analizzato dallo studio riguarda il rapporto tra affitti brevi e mercato immobiliare. Nomisma ha rilevato che le proprietà destinate a questo tipo di locazione, tramite Airbnb, rappresentano solo l’1,3% del totale delle abitazioni a livello nazionale. Questa percentuale suggerisce che, a livello generale, l’offerta di alloggi per brevi periodi non ha avuto un impatto significativo sulla disponibilità di abitazioni per affitti a lungo termine. Tuttavia, è importante sottolineare che questa tendenza generale presenta delle eccezioni, in particolare nei centri storici delle città d’arte, dove la concentrazione di affitti brevi è maggiore e potrebbe avere un impatto più rilevante sul mercato residenziale locale.
Il contesto più ampio e le potenzialità del mercato
È fondamentale inquadrare il fenomeno degli affitti brevi in un contesto più ampio, caratterizzato da una forte domanda di alloggi in affitto che rende l’accesso all’abitazione sempre più complesso. Questa difficoltà è accentuata anche da un’offerta che fatica a soddisfare la domanda, come dimostra l’elevata percentuale di case non utilizzate, pari al 13% del totale delle abitazioni. Questo dato sottolinea l’esistenza di un potenziale ancora inespresso nel mercato immobiliare italiano.
Proposte e soluzioni
Lo studio di Nomisma suggerisce che, attraverso politiche mirate, una parte delle abitazioni attualmente inutilizzate potrebbe essere gradualmente reinserita nel mercato degli affitti tradizionali. Per rispondere in modo più efficace alla pressione sul mercato residenziale, accentuata sia dalla domanda turistica che da quella universitaria, si propone l’adozione di un sistema di incentivi differenziati in base alla tipologia di utilizzo degli immobili. Questo approccio permetterebbe di bilanciare le esigenze del settore turistico con quelle dei residenti, promuovendo uno sviluppo sostenibile e armonico.
Conclusioni
La ricerca di Nomisma offre una panoramica completa sull’impatto degli affitti brevi gestiti tramite Airbnb sull’economia italiana. Pur evidenziando i benefici economici generati da questa attività , lo studio sottolinea anche la necessità di una gestione attenta del fenomeno, soprattutto nei contesti urbani più sensibili. L’implementazione di politiche mirate, che incentivino il recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato e che tengano conto delle diverse esigenze abitative, rappresenta una strada promettente per affrontare le sfide del mercato residenziale e promuovere uno sviluppo turistico sostenibile.