L’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (AIGAB) sta portando avanti un dialogo costante con il Ministero dell’Interno riguardo alla validità del check-in a distanza, utilizzando tecnologie di riconoscimento remoto. Questo tema, ribattezzato Self Check-In dai media, è al centro del dibattito.
AIGAB sostiene che diverse aziende, anche italiane, offrono con successo queste tecnologie in tutta Europa. Il Presidente Marco Celani, durante un’intervista al TG1 Mattina, si è detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere presto un accordo con il Ministero per definire un protocollo condiviso sull’utilizzo del Self Check-In.
Oltre a questo, AIGAB sta lavorando anche su altri aspetti cruciali per il settore degli affitti brevi, come il Codice Identificativo Nazionale (CIN) e le prospettive per il 2025.
Il contenuto dell’intervista
Celani, cosa cambia per i proprietari, per i gestori e per i turisti?
Allora per i proprietari e per i gestori sicuramente c’è un aggravio importante di burocrazia e anche dei costi di gestione, mentre per i turisti in realtà non cambia molto nel senso che vedranno probabilmente ridotta un pochino l’offerta online di annunci e quindi potrebbero nel lungo periodo aumentare le tariffe.
Ma cosa succede a chi non si adegua o a chi non ha il codice identificativo nazionale?
Beh per chi non si adegua ci sono multe, sanzioni importanti, perché comunque parliamo di sanzioni che vanno fino a 5.000 o 8.000 euro per chi non ha ottenuto il CIN o per chi non lo pubblicizza adeguatamente fuori dal portone e già in questi giorni stanno avvenendo gli oscuramenti degli annunci sui portali online, per cui chi non ha il CIN non può più promuovere il proprio immobile online.
Ci sono delle novità sul tema dell’accoglienza degli ospiti nelle strutture? Cambia qualcosa?
Beh allora ciò che sta cambiando è una circolare del Ministero dell’Interno che prevede un riconoscimento che deve essere fatto in questo momento fisico, ma ne stiamo discutendo con le associazioni con il Ministro dell’Interno perché esistono già da tempo delle tecnologie che consentono analogamente allo Spid di riconoscere remotamente un ospite e quindi garantire la raccolta e la trasmissione dei dati alla pubblica sicurezza analogamente a quanto avviene per tante altre società che lavorano nel mondo della sharing economy.
Sarà possibile ancora l’identificazione a distanza e non solo di persona?
È proprio quello che stiamo discutendo, quindi stiamo avendo in questi giorni dei colloqui col Ministero, crediamo di essere stati convincenti nel dimostrare che ci sono tante società, peraltro anche italiane, che stanno esportando queste tecnologie anche in giro per l’Europa e quindi siamo convinti nei prossimi giorni di arrivare a un protocollo condiviso.
Quindi lei che previsione fa per l’anno per gli affitti brevi?
Beh allora innanzitutto gli affitti brevi si collocano nel più ampio comparto del turismo e dell’accoglienza italiana.
Devo dire che non siamo particolarmente ottimisti perché il 2024 non è stato un anno di overtourism come spesso si è detto. I dati Istat che abbiamo fino a ottobre dello scorso anno ci dicono che abbiamo un 2,4% di affluenza in meno rispetto all’anno precedente e l’intensità di domanda che stiamo vedendo sui primi sei mesi del 2025 in questo momento ci fanno pensare a un meno 10%, addirittura a Roma dove con il Giubileo tutti si aspettano grandissime masse ma in questo momento non siamo così ottimisti.
Ci ricorda cosa cambia per i proprietari e per i gestori?
Allora i proprietari e gestori dovranno avere in appartamento estintori, rilevatori di fumo e di monossido di carbonio e dovranno esporre un CIN che devono aver ottenuto a questo punto dalle Regioni e dalla banca dati nazionale.
In assenza di queste prescrizioni si rischiano multe sanzioni importanti e quindi ci auguriamo che chi ancora non l’ha fatto si adegui rapidamente.