Dal 1° gennaio 2025, chi affitta case per vacanze in Italia dovrà seguire nuove regole. Serve un Codice Identificativo Nazionale (CIN), sistemi di sicurezza come rilevatori di fumo e bisogna comunicare l’inizio dell’attività al Comune.
Sembra semplice, ma molti proprietari sono in ritardo. Su oltre 548.000 case registrate, il 37% non ha ancora il CIN. Alcune regioni sono più indietro di altre: in Friuli Venezia Giulia il 60% delle strutture non ha il codice, seguono Marche e Liguria. Basilicata, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta sono le più virtuose.
Il CIN va esposto all’esterno e su tutti gli annunci online, come quelli su Airbnb e Booking. Chi non lo fa rischia multe salate, da 800 a 8.000 euro. Mancano anche spesso i requisiti di sicurezza, con multe che variano da regione a regione.
Per chi affitta più case come attività imprenditoriale, c’è un altro obbligo: presentare la SCIA al Comune. Anche qui, chi non lo fa rischia multe fino a 10.000 euro.
Il tempo stringe e gli esperti consigliano ai proprietari di informarsi al Comune e mettersi in regola. Non solo per evitare le multe, ma anche per lavorare in modo trasparente e sicuro in un mercato sempre più competitivo.
Fonte: Idealista