L’industria dell’ospitalità extralberghiera in Italia è caratterizzata da dinamiche complesse e in continua trasformazione, influenzate da nuove normative, cambiamenti nelle preferenze dei viaggiatori e sfide gestionali sempre più articolate. Per comprendere meglio questo settore, Bed-and-Breakfast.it, la principale piattaforma italiana dedicata all’ospitalità extralberghiera, ha condotto un’indagine tra i suoi membri, raccogliendo 1.726 risposte da gestori di B&B, affittacamere, case vacanza, agriturismi e locazioni turistiche. Il Rapporto B&B Italia 2025 offre un’analisi dettagliata sulle tendenze emergenti, evidenziando aspetti economici, digitalizzazione e ostacoli burocratici.
Il panorama delle strutture e la loro distribuzione
L’analisi mostra una forte predominanza degli affitti brevi tra le tipologie di ospitalità extralberghiera. La distribuzione geografica delle strutture rispecchia le abitudini turistiche italiane: quasi il 50% si trova nel Nord Italia, mentre il resto è equamente suddiviso tra Centro, Sud e Isole. Inoltre, il 15% delle strutture è ubicato in grandi città, un altro 15% in borghi e città di medie dimensioni, mentre oltre un terzo si trova in contesti naturali.
Un settore a conduzione familiare con una forte presenza femminile
L’ospitalità extralberghiera italiana si conferma prevalentemente a gestione familiare, con un’età media dei gestori superiore ai 45 anni e una netta maggioranza femminile. Oltre il 60% dei proprietari gestisce la propria struttura in autonomia, spesso come seconda attività o dopo il pensionamento, con una media di 2-3 camere. Per il 44% dei gestori, questa attività rappresenta la principale fonte di reddito, una percentuale che sale a oltre il 60% includendo studenti, pensionati e casalinghe.
Dati economici e stagionalità
Il settore mostra segnali di stabilizzazione: il 45,3% dei gestori dichiara di non avere difficoltà economiche, un netto miglioramento rispetto al 30,2% del 2014. Tuttavia, la stagionalità e la limitata capacità ricettiva continuano a influenzare i ricavi, con oltre il 40% delle strutture operative solo in determinati periodi dell’anno. Il fatturato medio annuo per struttura si attesta intorno ai 26.500 euro, con un prezzo medio per notte compreso tra 60€ e 100€, prevalentemente nella fascia 71-80€.
Tendenze: pet-friendly e sostenibilità
L’ospitalità per gli animali domestici è un tema di crescente interesse: il 40% delle strutture li accoglie senza restrizioni, una percentuale simile li esclude, mentre il 17,6% decide caso per caso. Tra i gestori pet-friendly, il 92,3% afferma di non aver mai ricevuto lamentele per la presenza di animali.
Sul fronte della sostenibilità, il 94,8% delle strutture utilizza lampadine a basso consumo e il 35% ha installato pannelli solari, un dato nettamente superiore alla media nazionale del 5% per le abitazioni private.
Clienti e nuove abitudini di prenotazione
Il settore attira sia turisti italiani che stranieri, con una forte presenza di visitatori da Germania, Francia, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito. Gli statunitensi si posizionano al primo posto tra gli arrivi extraeuropei. La clientela tipo è rappresentata da coppie tra i 41 e i 55 anni, con soggiorni medi di 1-3 notti.
L’elemento più apprezzato dai viaggiatori è l’accoglienza dell’host (76%), seguita dalla qualità dell’alloggio, dalla posizione e dalla colazione offerta. Sebbene il prezzo sia un fattore importante, non rappresenta il criterio principale di scelta, a conferma di una crescente attenzione verso esperienze autentiche e confortevoli.
Digitalizzazione e promozione: il ruolo delle OTA
Le piattaforme online restano il principale canale di prenotazione: il 93% dei gestori utilizza le OTA, con Bed-and-Breakfast.it (61,1%) e Booking (60,3%) tra le piattaforme più diffuse.
Tuttavia, la promozione diretta è ancora poco sfruttata: solo il 27,2% utilizza Facebook, il 21,6% Instagram e appena il 6,5% investe in pubblicità a pagamento. Google Ads è impiegato dal 7,6%, segnalando una limitata indipendenza nella gestione del marketing.
Burocrazia e normative: un ostacolo per i gestori
L’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) nel 2024-2025 ha diviso le opinioni: oltre il 50% dei gestori lo considera un valido strumento per contrastare l’abusivismo, mentre quasi il 40% lo percepisce come un ulteriore onere burocratico.
Il 75% dei gestori ritiene la normativa italiana troppo complessa e il 60% chiede un’unica piattaforma nazionale per la gestione del CIN e del CIR. Il carico amministrativo è significativo: il 50% dedica fino a 5 ore al mese alla gestione burocratica, mentre il 17,6% supera le 10 ore mensili. Solo il 9,3% dei gestori ha ricevuto supporto dagli enti pubblici, mentre Bed-and-Breakfast.it si conferma una delle principali fonti di informazione.
Tecnologia e self check-in: un’adozione limitata
L’accoglienza rimane prevalentemente manuale: l’80% degli host effettua il check-in di persona, mentre solo il 5,4% ha implementato il self check-in, nonostante oltre il 90% dei gestori debba gestire arrivi fuori orario. L’utilizzo di software gestionali è ancora ridotto: il 56,7% gestisce le operazioni manualmente, mentre solo il 34,9% utilizza strumenti digitali per le prenotazioni.
Fonte: Bed-and-Breakfast.it