Un recente studio condotto dall’organizzazione benefica Threshold ha evidenziato una situazione allarmante nel mercato immobiliare irlandese: in Irlanda il numero di abitazioni offerte per affitti a breve termine supera di quasi nove volte quelle disponibili per affitti a lungo termine. Questa disparità solleva serie preoccupazioni riguardo all’impatto degli affitti turistici sulla disponibilità di alloggi per i residenti.
Il fenomeno Airbnb: profitti a discapito della disponibilità
L’indagine ha rivelato che su Airbnb, circa 8.000 proprietà sono gestite da host che possiedono più di un immobile. In alcuni casi, singoli host arrivano a gestire un numero impressionante di annunci, con picchi di quasi 200 proprietà. Questo fenomeno concentra un’ampia fetta del mercato immobiliare nelle mani di investitori orientati al profitto, riducendo drasticamente l’offerta di alloggi per affitti tradizionali.
Confronto tra dati: una situazione critica
I dati parlano chiaro: a dicembre, oltre 20.000 proprietà erano disponibili per affitti a breve termine, contro le sole 2.300 offerte per affitti a lungo termine. Questa sproporzione evidenzia una grave crisi abitativa, con migliaia di potenziali case a lungo termine convertite in alloggi turistici.
Le richieste di Threshold: un appello al governo
Threshold ha lanciato un appello al governo irlandese, sollecitando l’approvazione urgente di una legge che istituisca un registro degli affitti a breve termine. L’obiettivo è riportare una parte di queste proprietà sul mercato degli affitti a lungo termine, alleviando la pressione sulla crisi abitativa.
Il ruolo di Airbnb e le controversie
Airbnb, da parte sua, sostiene che i dati non riflettono la realtà della piattaforma, affermando che la maggior parte degli host gestisce un solo immobile e che gli affitti turistici contribuiscono all’economia rurale. Tuttavia, le accuse di violazioni delle normative e la necessità di un’applicazione più rigorosa delle leggi sono state sollevate da più parti.