L’estate del 2024 ha segnato una svolta per il turismo globale. L’Europa, in particolare, ha fatto i conti con un fenomeno che ormai da anni minaccia la qualità delle vacanze e la vivibilità delle città più visitate: l’overtourism. Con l’arrivo del 2025 e previsioni di affluenze ancora più elevate, molte destinazioni storiche stanno correndo ai ripari con misure restrittive e nuove strategie per gestire i flussi turistici.
Lo scorso anno, gli arrivi internazionali hanno raggiunto quasi i livelli pre-pandemici, e molte città europee si sono ritrovate sommerse da un’ondata di visitatori. Alcune amministrazioni, come quelle di Venezia, Amsterdam o Atene, hanno introdotto tasse, limiti di accesso e restrizioni agli affitti turistici per cercare di arginare il problema. Al contempo, cresce il numero di proteste da parte delle comunità locali, stanche di dover convivere con folle costanti, rumori, affitti inaccessibili e degrado urbano.
Il settore turistico ha iniziato a rispondere a questa pressione puntando sulla sostenibilità e cercando di spostare l’attenzione verso destinazioni alternative, spesso meno conosciute ma altrettanto affascinanti. Il concetto di “destination dupes”, ovvero luoghi simili ma meno affollati rispetto alle mete più iconiche, è diventato sempre più comune tra i viaggiatori consapevoli. Tuttavia, le previsioni per l’estate 2025 non fanno ben sperare: il traffico aereo raggiungerà cifre record, e l’interesse per l’Europa come meta turistica non accenna a diminuire.
Un altro elemento di tensione è la crescente mobilitazione di gruppi anti-turismo, che stanno organizzando manifestazioni in diversi Paesi europei. Le proteste, previste per metà giugno, riflettono un malcontento diffuso, soprattutto nelle regioni mediterranee, dove il turismo di massa ha trasformato radicalmente la vita quotidiana.
Nonostante gli sforzi di redistribuire i flussi verso nuove destinazioni, le città simbolo dell’Europa rimangono le più visitate. Parigi, Roma e Ginevra sono tra le mete con la più alta densità turistica, aggravata anche dalla loro popolarità sui social media. L’attrazione esercitata da luoghi iconici, immortalati milioni di volte su Instagram, contribuisce ad aumentare la pressione su spazi storici spesso poco adatti ad accogliere folle così numerose.
D’altro canto, si registra un leggero spostamento dell’interesse verso l’Europa orientale. Destinazioni come Albania, Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca stanno guadagnando terreno, anche grazie al costo della vita più contenuto. Tuttavia, il rischio è che, una volta “scoperte”, queste località finiscano per affrontare lo stesso destino delle capitali occidentali. I numeri parlano chiaro: alcune di queste mete emergenti stanno registrando aumenti di prenotazioni superiori al 300% rispetto all’anno precedente.
Le autorità locali stanno cercando soluzioni per gestire la situazione. In alcune aree sono stati introdotti limiti giornalieri agli ingressi, come accade nei calanchi di Marsiglia o sull’isola bretone di Bréhat. Altri, come il museo del Louvre, stanno valutando restrizioni per incoraggiare una fruizione più equilibrata delle opere, cercando di spostare l’attenzione dalla sola Gioconda verso l’intera collezione.
Un’opzione sempre più discussa è l’introduzione della tariffazione dinamica, un sistema in cui i prezzi variano in base alla domanda. In pratica, visitare una città in alta stagione costerebbe di più, mentre chi sceglie i periodi meno affollati potrebbe beneficiare di tariffe ridotte. Questa strategia potrebbe aiutare a distribuire meglio i visitatori durante l’anno e garantire un flusso turistico più sostenibile.
Anche dal punto di vista del viaggiatore, è importante pianificare con attenzione. Alcune assicurazioni, ad esempio, iniziano a prevedere rimborsi in caso di chiusura di attrazioni per sovraffollamento. Altre offrono polizze con clausole che permettono di annullare il viaggio per qualsiasi motivo, incluse le preoccupazioni legate all’overtourism.
Il 2025 si prospetta come un anno decisivo per il futuro del turismo europeo. La sfida sarà trovare un equilibrio tra il desiderio di scoprire luoghi straordinari e la necessità di rispettare l’ambiente, le comunità locali e la propria esperienza di viaggio. Evitare le folle, scegliere con consapevolezza le proprie mete e supportare un turismo più responsabile sono passi fondamentali per vivere vacanze autentiche e soddisfacenti.
Fonte: Forbes