Dal 31 maggio 2025, il Comune di Firenze introdurrà un nuovo regolamento per gli affitti brevi turistici, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare il rapporto tra turismo e residenza, soprattutto nel centro storico. Tuttavia, per molti host e piccoli proprietari, queste nuove misure rischiano di rappresentare un ulteriore ostacolo, in un settore che ha già visto negli ultimi anni una crescente pressione normativa.
Un mercato in cambiamento
Secondo i dati, nel centro di Firenze — zona patrimonio UNESCO — ci sono 13.000 locazioni turistiche contro 35.000 residenti. Il nuovo regolamento nasce dal recepimento della legge regionale sul turismo, e si inserisce in un contesto nazionale dove diversi comuni stanno cercando di disciplinare il settore degli affitti brevi.
L’impressione diffusa tra molti operatori del settore è che, dietro la volontà di “regolare”, ci sia anche il tentativo di controllare una forma di ospitalità che ha modificato profondamente l’offerta turistica, rendendola più flessibile, accessibile e diversificata rispetto al modello alberghiero tradizionale.
Cosa cambia per gli host?
Ecco le principali novità introdotte dal regolamento:
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Nel centro storico non si potranno aprire nuove locazioni turistiche senza autorizzazione.
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Ogni nuova attività dovrà essere approvata dal Comune e rispettare precisi requisiti, come superfici minime per stanze e immobili.
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Gli host già attivi entro il 31 dicembre 2024 potranno usufruire di una deroga di tre anni.
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Chi ha iniziato l’attività nel 2025 avrà tempo fino al 31 dicembre 2025 per adeguarsi.
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Le autorizzazioni saranno revocabili in caso di tre violazioni, vendita dell’immobile, mancata esposizione del codice CIN, o inadempienze relative alla conformità edilizia, igienico-sanitaria, impiantistica, antincendio e acustica.
Il Comune ha attivato una sezione sul proprio sito, chiamata “Locazioni turistiche brevi”, per fornire informazioni, modulistica e supporto agli operatori.
Più burocrazia, meno spontaneità?
Molti host vedono con preoccupazione l’aumento delle pratiche burocratiche richieste, che rischiano di escludere i piccoli operatori e favorire realtà più strutturate. Obblighi come la fornitura dei sacchetti per la raccolta differenziata o la distribuzione di un vademecum sul turismo sostenibile, pur condivisibili in linea di principio, aggiungono ulteriori carichi gestionali.
Inoltre, la possibilità che l’autorizzazione venga revocata alla terza violazione — anche per infrazioni lievi — solleva dubbi sulla proporzionalità delle sanzioni.
Una transizione che richiede attenzione
In definitiva, questo regolamento segna un punto di svolta. È importante che gli host:
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Si informino tempestivamente
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Verifichino la conformità delle proprie strutture
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Seguano con attenzione gli sviluppi e le modalità di attuazione
Il settore degli affitti brevi ha dimostrato negli anni di rispondere a nuove esigenze di viaggio e soggiorno, e ha offerto a tante persone la possibilità di valorizzare immobili in modo autonomo. Per questo è fondamentale che le nuove regole garantiscano equità e non penalizzino chi lavora con serietà.