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Roma, il turismo verso la periferia

Roma si prepara al Giubileo tra preoccupazioni per l’eccessivo turismo, la crescita degli affitti brevi e la difficoltà di trovare casa per chi vive in città. Il problema è complesso e il dibattito si fa sempre più acceso.

Mentre si avvicina l’evento, la politica cerca soluzioni. Una possibile risposta arriva dall’urbanistica: a novembre il Comune discuterà nuove regole per la costruzione e la trasformazione della città, soprattutto nel centro storico.

Ma non basta. L’assessore Veloccia sottolinea che non si può demonizzare il turismo, ma bisogna collaborare con altre città per gestire questo fenomeno in crescita. L’obiettivo è far convivere la storia di Roma con la sua natura di metropoli aperta al mondo.

L’urbanistica come antidoto all’overtourism:

“Un esempio classico è Ostiense, ma voglio citare anche l’Eur. Parliamo di un quartiere storicamente a vocazione direzionale, molto ben collegato, ma dove si possono pensare più strutture ricettive. Penso poi anche alla zona del Foro Italico e del Flaminio. A Centocelle grazie alla stazione della metro C già si è verificata una trasformazione, che vivrà una spinta ulteriore una volta conclusa la realizzazione del nuovo parco. Quell’area di Roma potrebbe diventare una nuova meta turistica. Bisogna ragionare sul collegamento e l’accessibilità, non più sulla distanza geografica, come accade in altre grandi città europee. Se la Roma Lido consentirà di collegare Roma e Ostia in 20 minuti, è chiaro che la distanza con piazza Venezia non la misureremo più in chilometri. Questo apre una stagione totalmente nuova”.

 

L’assessore capitolino:

“Bisogna consentire al turismo di distribuirsi meglio in tutta Roma. Lo si fa tramite un’azione sinfonica e omogenea da parte dei vari soggetti coinvolti, tramite politiche turistiche che favoriscano anche percorsi meno ‘mainstream’. Abbiamo un patrimonio artistico, archeologico, architettonico e naturalistico distribuito armonicamente sul territorio, ma serve costruire percorsi di accessibilità migliori, più veloci, con servizi in tutti i quartieri e i municipi. Nel nostro territorio abbiamo, per fare due esempi, Ostia Antica e l’antica Città di Gabii, siti archeologici sui quali stiamo lavorando per valorizzarli e renderli sempre più raggiungibili”.

Ci sono quartieri nei quali, incentivando gli investimenti, si potrà spostare una parte dell’offerta ricettiva alberghiera?

“Un esempio classico è Ostiense, ma voglio citare anche l’Eur. Parliamo di un quartiere storicamente a vocazione direzionale, molto ben collegato, ma dove si possono pensare più strutture ricettive. Penso poi anche alla zona del Foro Italico e del Flaminio. A Centocelle grazie alla stazione della metro C già si è verificata una trasformazione, che vivrà una spinta ulteriore una volta conclusa la realizzazione del nuovo parco. Quell’area di Roma potrebbe diventare una nuova meta turistica. Bisogna ragionare sul collegamento e l’accessibilità, non più sulla distanza geografica, come accade in altre grandi città europee. Se la Roma Lido consentirà di collegare Roma e Ostia in 20 minuti, è chiaro che la distanza con piazza Venezia non la misureremo più in chilometri. Questo apre una stagione totalmente nuova”.

L’intervista completa nell’articolo di RomaToday

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