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Spagna, morsa sugli affitti brevi: Airbnb sul piede di guerra

Un’ombra scura si allunga sul soleggiato panorama turistico spagnolo. Le nuove regole sugli affitti a breve termine, volute dal governo Sánchez, hanno scatenato un putiferio, con Airbnb in prima linea a denunciare le possibili conseguenze nefaste. Il colosso degli affitti online, forte di uno studio di Oxford Economics, dipinge un quadro a tinte fosche: 400.000 posti di lavoro a rischio, 30 miliardi di euro di mancati introiti e un sovraffollamento turistico concentrato nelle città, a scapito delle aree rurali.

Ma cosa prevede questa nuova legge che fa tanto discutere? In sostanza, dal 2 gennaio 2024, chi vuole affittare casa su piattaforme come Airbnb deve registrarsi in un database nazionale, ottenere permessi e raccogliere dati sensibili sugli ospiti, pena multe salatissime. Come se non bastasse, l’IVA sugli affitti brevi salirà al 10%, equiparandoli agli hotel.

Il governo giustifica il pugno di ferro con la necessità di affrontare la crisi abitativa e il sovraffollamento turistico, puntando il dito contro l’acquisto di migliaia di immobili da parte di stranieri. Ma Airbnb non ci sta e accusa Madrid di voler soffocare le comunità rurali, le piccole imprese e il turismo familiare. Lo studio di Oxford Economics, infatti, evidenzia come gli ospiti degli affitti brevi abbiano contribuito in modo significativo all’economia spagnola, soprattutto nelle aree rurali.

Il rischio, secondo Airbnb, è di innescare un effetto domino devastante: meno affitti brevi, turisti costretti a riversarsi nelle città, dominio incontrastato delle catene alberghiere e prezzi alle stelle. Un copione già visto ad Amsterdam, dove le restrizioni sugli affitti brevi hanno favorito il mercato nero e non hanno risolto il problema del sovraffollamento.

Ma il nodo cruciale è un altro: sono davvero gli affitti brevi i principali responsabili della crisi abitativa spagnola? Airbnb e gli esperti del settore immobiliare scuotono la testa e puntano il dito contro la mancanza di nuove costruzioni e l’enorme numero di case vuote.

Insomma, la Spagna si trova a un bivio. Da un lato, il boom turistico con numeri da record; dall’altro, la necessità di garantire una crescita sostenibile e di tutelare i cittadini. Servono soluzioni equilibrate, capaci di coniugare le esigenze di residenti e turisti, senza soffocare l’economia e la vitalità delle aree rurali.

Il dibattito è aperto e il futuro del turismo spagnolo è ancora tutto da scrivere.

Fonte: World Tourism Forum

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